Perle da scoprire e da leggere: la centrale Taccani

taccani2.jpgTrezzo. E' possibile spalancare gli occhi davanti alla bellezza di un'opera dell'ingegno? La storia e la maestosità della centrale idroelettrica di Trezzo dicono che è possibile. Arte e scienza animarono e animano l'opera voluta dall'industriale Cristoforo Benigno Crespi.  Il volume firmato da Cristian Bonomi, Mario Donadoni e Rino Tinelli, "Fabbrica di luce. Centrale idroelettrica Taccani di Trezzo sull'Adda" ne raccontano la genesi, facendo vedere e toccare con mano lo splendore generato dall'energia, in uno straordinario puzzle fatto di acqua, cemento, acciaio e pietre. 

"Il libro «Fabbrica di Luce» racconta in tre atti l’impresa elettrizzante di Trezzo sull’Adda - racconta Bonomi - Su questa riva la centrale idroelettrica «Alessandro Taccani» resta l’estremo, innamorato, insonne capolavoro di Cristoforo Benigno Crespi. Pioniere dell’industria cotoniera, affronta quindici anni di oscure burocrazie e chiarimenti tecnici prima di inaugurare il presidio nel 1906. Un uomo che parlava con semplicità ai rispettabili e con rispetto ai semplici, convincendo marinai e lavandaie, Comuni e privati imprenditori all’avventura dell’idroelettricità".

Cristoforo Benigno Crespi volle la moderna centrale «Taccani» (già «Benigno Crespi») all’ombra antica del castello visconteo, ricalcandone le forme in dosata armonia. Strinse la mano agli ingegneri dal calcolo più sottile: Pietro Brunati, Cesare Saldini, Guido Semenza, Adolfo Covi e Alessandro Taccani, risolvendo quest’ultimo a tralasciare una carriera nell’industria saccarifera per tenere regia sul cantiere idroelettrico. Volle al proprio tavolo anche Gaetano Moretti, per vestire quella perfetta ingegneria con architettonica perfezione. Cristoforo giocò la più lunga partita a scacchi con gli imprenditori Rolla e le altre aziende del dintorno, per articolare al meglio la sua concezione idraulica. Acquistò il castello di Trezzo, qui ponendo due uomini armati di revolver, per tutelarsi da altre iniziative idroelettriche sull’ansa fluviale.

Una storia fatta di parole, immagini e poesia. Un volume da leggere, una centrale da ammirare.

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