Giornata della memoria, a Oreno parole e immagini per riflettere
Vimercate. Ascoltando e elaborando le parole di Ricardo Pacifici, Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Giacomo Nicola Manenti propone Lampedusa, per non dimenticare, immagini fotografiche che ci portano ad un tempo da noi abitato, a tragedie da noi ascoltate, verso le quali possiamo ancora fare qualcosa.
La mostra verrà inaugurata martedì 27 Gennaio 2015, Giorno della Memoria, alle ore 21.00 presso lo spazio espositivo Sorgente in piazza San. Michele 5, Oreno. Durante la serata è prevista una performance a cura del Gruppo Ueikap.
Rimarrà aperta ogni fine settimana, mattina e pomeriggio, fino al 15 Febbraio.
16 ottobre 1943, Roma, ore 5.30, le SS guidate da Herbert Kappler rastrellano milleventidue persone, tra cui oltre duecento bambini. Tutti deportati nel campo di concentramento di Auschwitz - Birkenau. A tornare dalla Polonia saranno solo quindici uomini e una donna. Nessuno dei bambini.
Era l’alba di sabato, giorno festivo per gli ebrei, scelto appositamente per sorprenderne il più possibile, trecentosessantacinque uomini della polizia tedesca, coadiuvati da quattordici ufficiali e sottufficiali, effettuarono il rastrellamento degli appartenenti alla comunità ebraica romana, il più grande che verrà mai effettuato in Italia. La Gestapo operò prima bloccando gli accessi stradali e poi evacuando un isolato per volta e radunando man mano le persone rastrellate in strada. Vecchi, handicappati e malati furono gettati con violenza fuori dalle loro abitazioni; si videro bambini terrorizzati che si aggrappavano alle gonne delle madri e donne anziane che imploravano invano pietà.
Nel Giorno della Memoria l’opera di Carlo Maria Corbetta, 16 ottobre 1943 – Viaggio nella memoria, ci ricorda di quanto il crimine compiuto durante la Seconda Guerra Mondiale non può essere considerato qualcosa di estraneo e lontano da noi, ma ci riguarda direttamente e in prima persona, ci coinvolge e compromette non solo in quanto esseri umani ma anche in quanto cittadini italiani, cittadini di uno stato in cui quei crimini si sono consumati, crimini di cui il nostro governo è stato complice, governo che si è fatto carnefice dei suoi stessi cittadini, ebrei italiani.
Considerare l’Olocausto come qualcosa di lontano da noi, sia temporalmente che geograficamente, sarebbe, con il passare del tempo, un errore semplice da commettere. Tanto semplice quanto drammatiche sarebbero le conseguenze che ne potrebbero derivare.
Il Giorno della Memoria serve a questo. A ricordarci che il crimine viene commesso sotto i nostri occhi, appena fuori dalla nostra casa, colpisce i nostri vicini. E non lo fa mai apertamente, non lo fa mai palesandosi o dichiarando la propria colpa, ma si copre con una maschera di razionalità e ragionevolezza, si pone come risposta rassicurante alle nostre paure inconfessate, si serve del “non è giusto, ma..” e del “non posso farci nulla se..”, il tutto per proseguire nel suo sanguinoso progetto incontrando il minor numero di ostacoli possibili.
Per questo non possiamo dimenticare il rastrellamento del ghetto di Roma, per questo non possiamo dimenticare la morte di duecento bambini innocenti, per questo non possiamo pensare che la Shoah appartiene solo al passato; perche non accada più di trovarci ad essere spettatori confusi e incapaci di arrestare, denunciare e combattere la strage che si consuma davanti a noi.
I genocidi non chiedono il permesso di entrare. Arrivano all’alba con dei camion militari e ti portano in massa dentro un camino. Per sempre. Allora perché dobbiamo continuare a ricordare? Perché la Shoah deve portarci a riflettere ogni anno, ogni mese, ogni giorno su ciò che ci circonda? Affinché ciò non accada agli altri. Affinché un popolo di immigrati sia trattato con dignità umana, affinché la casa di un rom non venga bruciata, affinché i cristiani in Sudan non vengano sterminati, affinché le diversità siano preservate e valorizzate, affinché nessuno possa dichiararti una razza inferiore, affinché non ci siano razze, affinché la parola razza sia prima debellata dalla nostra società e poi cancellata dalla Costituzione italiana. L’Europa che partorì il nazismo era l’Europa della Germania illuminata. Ecco perche non dobbiamo mai abbassare la guardia e lavorare da una parte per migliorarci e dall’altra per vigilare.